Quando si parla di Facility Management si tende a figurarsi un contesto tecnico, dove l’architettura, l’ingegneria e la gestione delle risorse in generale la fanno da padrona.
Ovvio che tutti questi ambiti sono effettivamente parte della gestione dell’asset, tuttavia spesso ci si dimentica di quanto siano determinanti le persone che si trovano a gestire le strutture e che garantiscono la business continuity delle aziende nostre clienti.
Siamo spesso abituati a sentire parole come impianti tecnologici, sistemi di controllo e di verifica, IOT, progettazione BIM, software di e-ticketing, contratti di appalto di servizio, definizione dei livelli di servizio, indicatori di performance, etc.., ma quante volte sentiamo parlare di empatia, di coinvolgimento, di partecipazione o di formazione del personale? Purtroppo non abbastanza frequentemente.
Molto spesso si tende a semplificare quella che dovrebbe essere la figura del Facility Manager, inquadrandola come una figura tecnica che ha la responsabilità di gestire un ambito prevalentemente tecnico, dimenticandosi però che il risultato dell’organizzazione dipende in larga parte dal comportamento delle persone che partecipano nei più disparati modi alla gestione del Facility Management.
Talvolta non importa quanto un contratto sia dettagliato, in quanto certamente lo stesso serve a definire le aspettative ed i compiti, ma queste difficilmente saranno rispettate se non prendiamo in considerazione l’aspetto della variabile umana.
Per questa ragione quando si riorganizza una struttura di Facility Management, si deve certamente tenere conto di tutti gli aspetti legali, tecnici, amministrativi e finanziari, ma non si può prescindere dalla gestione e dalla giusta valutazione delle risorse umane facenti parte del team.
Per fare questo serve una capacità di assessment delle competenze tecniche, ma anche la capacità di valutazione delle soft-skill.
La capacità di relazionarsi e di condividere, la capacità di leadership, l’empatia e lo sviluppo delle risorse umane è, e deve far parte delle competenze di un buon Facility Manager.
Detto questo, in fase di organizzazione della struttura, non ci si può quindi esimere di procedere con una valutazione delle risorse umane coinvolte, preoccupandosi anche del loro livello di formazione che, nel caso fosse necessario, dovrebbe essere adeguato alle esigenze, dando loro un’opportunità di crescita professionale e di sentirsi valorizzati, attivando un circolo virtuoso che aumenterà il livello di engagement e quindi migliorerà il risultato delle attività.
Oltre alla capacità di valutazione delle risorse umane e di un piano di formazione mirato, non ci si deve dimenticare quali debbano essere i principi che dovrebbero essere applicati ad ogni campo professionale, ovvero la correttezza, l’onesta intellettuale, la trasparenza, legate ad una buona capacità di leadership.
Purtroppo i fattori valoriali sono più difficili da trasmettere, in questo caso l’unico strumento disponibile è l’esempio.
Una volta giunti a queste considerazioni non si può quindi fare altro che ribadire ancora una volta la necessità di una strategia human centered, che tenga conto delle risorse disponibili, valorizzandole al meglio, attraverso la formazione ed una leadership partecipativa.
Non esiste successo senza un contributo positivo del team di lavoro, in quanto come spesso si dice, nessuno vince da solo.